La Venaria Reale è uno dei più significativi esempi della magnificenza dell’architettura del XVII e XVIII secolo e si attesta tra i primi cinque siti culturali più visitati in Italia.
La Venaria Reale, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, si colloca al centro del circuito delle Residenze Reali del Piemonte ed è connessa con il Polo Reale ed il sistema museale concentrico di Torino.
La Reggia, che conta circa 110.000 metri quadrati di superficie, vanta alcune delle più alte espressioni del barocco universale: l'incantevole scenario del Salone di Diana progettato da Amedeo di Castellamonte, la solennità della Galleria Grande e della Cappella di Sant’Uberto con l’immenso complesso delle Scuderie Juvarriane, opere settecentesche di Filippo Juvarra, le fastose decorazioni unitamente al suggestivo allestimento sulla vita di corte di Peter Greenaway, rappresentano la cornice ideale del Teatro di Storia e Magnificenza, il percorso espositivo dedicato ai Savoia che accompagna il visitatore lungo quasi 2.000 metri, tra piano interrato e piano nobile della Reggia.
Il Progetto La Venaria Reale, promosso dall’Unione Europea e curato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Piemonte, ha rappresentato il più grande cantiere d’Europa nel campo dei beni culturali restituendo alla magnificenza barocca cui fu ispirata alla metà del Seicento dal duca Carlo Emanuele II di Savoia la Reggia di Venaria, tornata oggi simbolo di modernità e cultura.
Il “Progetto La Venaria Reale” costituisce ad oggi il più importante progetto europeo per il recupero e la valorizzazione di un bene culturale e del suo territorio, eccezionale per superficie interessata, complessità, ricaduta sul territorio, materiali sperimentali utilizzati, metodologie di intervento e contenimento dei costi.
Nell’ambito del Progetto la Torchio Marmi ha curato il restauro e rifacimento della pavimentazioni dell’atrio di accesso ai piani superiori e dell’ingresso al Salone d’Onore. La principale istanza è stata quella di conciliare la ricerca “estetica” di restituzione e conservazione con quella “storica” di conoscenza del bene. Il restauro è quindi stato condotto nel rispetto delle architetture originarie e delle peculiarità storiche, artistiche e architettoniche, optando per la ricostruzione della materia mancante nelle parti ripetitive al fine di restituire una visione formale di insieme che permetta una corretta lettura storico artistica dei manufatti e delle loro trasformazioni.